Teulada: Capo Malfatano – by Josie
In fuga dalla spiaggia della Tuerredda, in cui non ho nemmeno osato posar piede, essendomi già bastata la concentrazione abnorme di macchine parcheggiate a momenti anche sugli alberi, mi son detta.. ma ci sarà pure un posto esente dall’invasione di cavallette turistiche? certo che c’è, basta andare a Capo Malfatano, alle 11 di mattino col sole che picchia , illudendovi che il fazzolettino di cotone che avete in testa possa difendervi dall’insolazione.
La passeggiata inizia in mezzo alla macchia, raffiche di vento portano potente il profumo di mirto e di mare nelle narici, ci sono anche dei piccoli cespugli spinosi ricoperti di fiorellini bianchi, bisogna arrivare fino all’antica torre di avvistamento e controllo militare, costruita nel 1578. Gli arabi battezzarono questo sperone di roccia che strapiomba nel mare “Amal Fatah” che significa Capo della Speranza. Pare che nel mare di fronte a Capo Malfatano vi sia un antico porto sommerso, forse il Porto di Melqart, l’Ercole dei Cartaginesi, talmente grande da ospitare fino a 400 navi, la base d’oltremare per la flotta militare cartaginese (per chi è curioso, qui c’è un interessante articolo al riguardo: http://www.repubblica.it/online/cultura_scienze/mediterraneo/due/due.html )
lungo il tragitto i colori delle rocce, il cristallo dell’acqua sono un richiamo continuo
Da un lato si scorge il turchese del mare di fronte alla Tuerredda, ci sarebbe da tornarci in bassa stagione, perchè è stupenda!
La torre inizia a intravedersi dopo la faticosa scarpinata, ancora qualche metro e davanti a voi si apre il Blu, il mare, manca il respiro dal colpo all’animo che riesce a dare
Oltre la torre, si scende lungo le rocce, finchè il buonsenso vi ricorda che non avete l’agilità di una capretta e che, con tutto questo caldo, sarebbe anche cosa buona e giusta andare a cercarsi un posticino meno battuto e tuffarcisi, finalmente!, in quel Blu.
La passeggiata inizia in mezzo alla macchia, raffiche di vento portano potente il profumo di mirto e di mare nelle narici, ci sono anche dei piccoli cespugli spinosi ricoperti di fiorellini bianchi, bisogna arrivare fino all’antica torre di avvistamento e controllo militare, costruita nel 1578. Gli arabi battezzarono questo sperone di roccia che strapiomba nel mare “Amal Fatah” che significa Capo della Speranza. Pare che nel mare di fronte a Capo Malfatano vi sia un antico porto sommerso, forse il Porto di Melqart, l’Ercole dei Cartaginesi, talmente grande da ospitare fino a 400 navi, la base d’oltremare per la flotta militare cartaginese (per chi è curioso, qui c’è un interessante articolo al riguardo: http://www.repubblica.it/online/cultura_scienze/mediterraneo/due/due.html )
lungo il tragitto i colori delle rocce, il cristallo dell’acqua sono un richiamo continuo
Da un lato si scorge il turchese del mare di fronte alla Tuerredda, ci sarebbe da tornarci in bassa stagione, perchè è stupenda!
La torre inizia a intravedersi dopo la faticosa scarpinata, ancora qualche metro e davanti a voi si apre il Blu, il mare, manca il respiro dal colpo all’animo che riesce a dare
Oltre la torre, si scende lungo le rocce, finchè il buonsenso vi ricorda che non avete l’agilità di una capretta e che, con tutto questo caldo, sarebbe anche cosa buona e giusta andare a cercarsi un posticino meno battuto e tuffarcisi, finalmente!, in quel Blu.