Villa San Michele: un sogno ad Anacapri–by Josie


Un giorno Axel Munthe capitò a Capri e l’Isola gli regalò un sogno: riuscire a vivere lì.
E’ un sogno facile, vero? Facile da sognare, sì.. più difficile farlo diventare un progetto.
Ma il buon Axel ci riuscì (ora… lasciate stare che era il medico della casa reale svedese, son dettagli…).
Era il 1895 e quel sogno si chiama Villa San Michele.


La villa è bianca e luminosa, niente opulenze nelle sue stanze, piuttosto un rimando all’antico.

         

La sala da pranzo arredata in modo austero, la cucina come quelle di una volta, dove le donne di Anacapri preparavano per lui gli squisiti piatti locali (a due di loro Axel insegnò a leggere e a scrivere, cosa inaudita ai tempi, per delle donne e per di più della servitù)


La camera da letto ha un tocco di eleganza leggera, il salone si apre su un pergolato che definire panoramico sarebbe un tantino riduttivo..



Arrivati in fondo, ci si può saziare del colore più bello di Capri, il blu incredibile del suo mare.


Il giardino della villa non è composto solo dal pergolato, altri vialetti lo delineano, vi è anche una costruzione in cui sono raccolte testimonianze della passione ornitologica del dott. Munthe, che collaborò personalmente all’identificazione e alla tutela di numerose specie di uccelli dell’isola.



All’ombra dei pini marittimi, Axel Munthe è ancora lì che scruta il suo regno, lasciato in eredità alla Svezia, il suo paese d’origine.


Copie del suo libro  “La storia di San Michele”, tradotto in tantissime lingue, sono raccolte nella villa.

Un uomo che ha molto vissuto e di cui mi hanno colpito queste parole:
“Almeno in una cosa posso dire, in tutta coscienza, di non aver ingannato i miei lettori – nel mio amore per gli animali. Li ho amati e con loro ho sofferto per tutta la vita. Li ho amati più di quanto abbia mai amato qualsiasi persona. A loro ho dato il meglio di me e penso di condividere il loro destino, qualunque esso sia” (La Storia di San Michele)

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