Siviglia a passi sparsi–by Josie

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Uno dei piaceri di trovarsi in una città sconosciuta è che per voi che ci mettete piede è tutta nuova. La curiosità si impadronisce dei piedi che iniziano a girare a caso, il naso in alto, gli occhi un guizzo, il naso pronto a catturare i profumi.
Ecco, prima di andare avanti col racconto, la cosa che di Siviglia mi si è impressa nei ricordi è proprio un profumo, dolce e intenso: i suoi gelsomini. A fine ottobre erano ancora in piena fioritura, accompagnando i miei passi in quasi tutte le calli.


Il centro si Siviglia ruota attorno alle sue calli principali: Sierpes, Tetuan e Colon.
Sierpes è il corso dei negozi alla moda, queste strade son orlate di palazzi ricchi di decori, maioliche all’intradosso dei balconi, ferro battuto lavorato come fine merletto, terrecotte in bassorilievo.. ai sivigliani non manca certo un certo gusto marcato per la decorazione, riflesso della passata dominazione araba.
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Siviglia è il sole che a fine ottobre splende di giorno come se fosse primavera, riscalda i suoi numerosi bowindi, accende le modanature color senape e i decori barocchi di alcune chiese.
 
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Siviglia è un dedalo di strette strade, dove le macchine passano a malapena, intervallate da piccole piazze alberate di agrumi, dove respira vivace il barrìo, le chiacchiere e le risate che escono dalle bodeghe (ma non prima delle 11! non siate mattinieri..), i montaditos segnati sulle lavagne, una finestra intrecciata di ferro lavorato e piante, la luce radente sui suoi muri rugosi.
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I colori ti chiamano in continuazione, scarpe uscite dalla fantasia di un bambino, svolazzi preziosi degli abiti che le donne indossano durante la Feria de Abril, una cornice di maiolica che mi ha fatto maledire il limite di peso del bagaglio, un negozio da parrucchiere che sembra fermo agli anni 50.
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Siviglia, una porta chiusa, tante magie ancora da svelare.
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