Vitozza: foglie e ricordi d'autunno - by Delia


Qualche giorno fa mi è capitato di trovare una foto con ghirlande realizzate con le foglie raccolte nei boschi nella stagione in cui mostrano i loro colori più accesi: l'autunno.

Mi è venuto in mente che possiedo una scatola dove conservo foglie diverse che utilizzo per le foto di Arti noa, con le loro forme particolari, ed ognuna di loro ha un ricordo legato al luogo di raccolta.


Quelle del pioppo, ad esempio, appartengono all'albero che sta al confine del mio giardino.
Adoro il suo fruscio così somigliante ad acqua che scorre, quando in autunno il vento fa ondeggiare i suoi rami e muovere le foglie in un gioco di colori gialli e argento...

Le foglie del Parthenocissus quinquefolia le ho raccolte nel giardino condominiale qui in città, la cui pianta forma una siepe bassa che si tinge di rosso mattone e di gialli facendo notare la sua presenza altrimenti anonima. Cerco sempre di mantenerle integre, mi piace quella loro forma a manina, ma durano poco, ognuna delle cinque foglie si stacca perdendo questa caratteristica.

Edere, ulivi, cipressi, querce..., tutte dentro la mia scatola formano un tappeto di bosco in miniatura, emanando profumi legati alla terra, suscitando ricordi di passeggiate, evocando alla mente rumori leggeri della loro presenza..

Uno dei ricordi più recenti è legato ad una visita al sito archeologico di Vitozza, in Toscana, dove ho raccolto qualche piccolo ramo di quercia completo di foglie.

Un luogo molto particolare, un bosco percorso da una strada delimitata su un lato da grotte risalenti al periodo etrusco, abitate nel medioevo e poi di nuovo nel settecento. Tracce di storia ovunque, persino nella lunga strada ad anello ricca di felci e ciclamini dove sono presenti i solchi profondi dei numerosi carri e carrozze che la percorrevano.



Grotte umide, tante grotte in tufo di cui si conosce parzialmente la loro recente occupazione settecentesca,  adibite in parte a rifugi per animali e in parte come abitazioni,  due castelli ed una chiesa ormai in rovina. Un tempo il luogo ha conosciuto ricchezza e vita, poi l'oblio... la sua storia mi ha ricordato tanto quella di Ninfa, anch'essa viva e pulsante e poi misteriosamente abbandonata.
Vitozza: La Chiesaccia

Vitozza: Il Primo Castello

Per mancanza di tempo non ho potuto compiere l'intero percorso, arrivando solo fino alla Chiesaccia e al Primo Castello. Ho però curiosato in tutte le grotte, alcune veramente grandi, altre in parte crollate o sepolte... una grotta in passato doveva essere adibita a cisterna, poichè era profonda e piena d'acqua, con canali di raccolta in vari punti del suo perimetro.

Un luogo nel complesso solitario, intimo. con echi di antiche presenze ad ogni passo, su ogni pietra... e io, con le mie foglie di quercia dentro una scatola rossa, ne conservo il suo profumo.

Per saperne di più su Vitozza e la sua storia vi rimando a questi link, ed il primo è proprio di Serena nel suo Amarisla:

Vitozza Amarisla
Vitozza Wikipedia

ancora meglio, vi consiglio di programmare una visita e di curiosare... ecco la mappa del piacevole percorso:





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