Scivu e il Sulcis–by Josie

Scendendo dal Sinis verso il sud della Sardegna, volevo fermarmi una mezza giornata nella spiaggia di Piscinas, da tutti decantata per le sue enormi dune bianche e l’acqua cristallina.
Non avevo fatto i conti con le strade del Sulcis. Volendo dar retta al navigatore, avrei dovuto svoltare in un tratturo ripido e zeppo di massi puntuti.. io e quel marchingegno infernale siamo spesso in disaccordo, ma siccome guido io, me ne sono infischiata della sua vocetta petulante e facendo grandi pernacchie al tratturo per cingolati in cui ero certa di bucare le gomme in tre secondi netti, ho proseguito fiduciosa di trovare un altro punto di svolta.
Come no.
La strada si srotola in una natura incontaminata, macchia mediterranea e boschi a perdita d’occhio, talmente incontaminata che non vi sono manco i cartelli stradali.
Il dispettoso navigatore, per ripicca, ha fatto pure sparire la strada e mi indica come un pallino che avanza nel verde più sperduto, limitandosi a ripetere in modo minaccioso “fate inversione a U!”.. già, come se fosse facile! La strada è sufficiente sì e no per passare con la 500 presa a noleggio, da un lato una parete rocciosa rivestita di cisti, dall’altro lo strapiombo. Avanzo ripetendo come un mantra “da qualche parte porterà questa stradina…”
e infatti.. mi ha portato a Scivu.
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Scivu sta per “scivolo”, ad indicare la discesa che porta alla spiaggia spalleggiata da un’alta parete di roccia che la ripara dal vento.
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C’è pochissima gente, nonostante sia fine luglio! ho una mezza idea che i pochi fortunati arrivati a Scivu abbiano tutti il mio stesso navigatore e si siano rifiutati di perdere la vita lungo la strada minata per piscinas.. meglio così, Scivu è tranquilla e selvaggia come piace a me!
La sabbia ha una tonalità beige-dorata che conferisce al mare un colore smeraldino, non resisto a lungo a scattare le foto e mi butto in acqua a rinfrescarmi.
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Mentre mi asciugo al sole, approfitto per esplorare da vicino le pareti di roccia
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Le forme tondeggianti delle piante recano ancora gli strascichi delle fioriture, chissà in primavera che spettacolo dev’essere stato! I bassi cespugli crescono fin quasi al mare.
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Ustionandomi i piedi sulla sabbia, arrivo con la grazia di una lucertola zoppa a sbirciare il proseguimento della spiaggia oltre gli scogli: non c’è nessuno!
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Quando il sole si abbassa, riguadagno la 500 e mi metto sulla strada del ritorno.
Giù i finestrini, il profumo che sale dalla macchia (cisti, rosmarini, euphorbie, mirto, ginepri) è buonissimo!
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