Il giardino imperfetto - by Delia


A volte mi chiedo se sono davvero una giardiniera. Lo sono sempre stata un pizzico ma per istinto, con un bagaglio di errori e di scarse conoscenze che si sono ripercosse nel giardino per diversi anni.

Se dovessi elencare questi errori beh, forse non basterebbe un post. Giusto per dirne uno, però, vi dico che quello più grande è di non saper potare. Da qui l'aspetto decisamente sballato di alberi ed arbusti, di rose che crescono a dismisura oppure non vanno avanti. Penso che se le mie piante potessero parlare non sempre mi direbbero bene...



Altro grosso errore è non saper scegliere le piante. Sembra una stupidaggine, ma quanti di noi lo hanno commesso? Si va per vivai e per mostre e si ritorna stracariche di ogni ben di Dio che ci ha fatto innamorare in loco, ma poi, arrivate nel nostro giardino, fanno dopo poco tempo una misera fine.

Rassegnamoci... Dietro ogni giardino c'è uno studio ed un lavoro ben preciso, si dovrebbe sviluppare in noi piccoli giardinieri una sensibilità ed una percezione di diversi fattori che a volte facciamo finta di non vedere. Un esempio legato al mio giardino è il caldo eccessivo in estate. Un altro potrebbe essere la scarsità di tempo da dedicargli... ecco, è su questo che vorrei concentrare la mia attenzione.

Ormai il giardino è nelle mie mani da 14 anni. Da qualche anno però va quasi da solo, a parte la manutenzione essenziale, come il taglio delle infestanti e la pulizia non tanto precisa delle aiuole.

Dicendo così si potrebbe pensare che vada tutto a catafascio, in realtà non è cosi. Anzi, direi che senza i miei maldestri interventi lui sembrerebbe vivere meglio, tutto procede come natura comanda. Gli alberi fioriscono e fanno i frutti, le rose sono sane e tutto sembra rigoglioso. Allora mi chiedo: e io a che servo, se il giardino va da se'? Solo per pulire, rassettare, spostare, bruciare, tagliare?


Non siamo noi i padroni, ecco la mia considerazione. Noi ne cogliamo la parte più bella, osservando il lento scorrere delle stagioni esattamente come faremmo se guardassimo un panorama. Noi crediamo di esserlo forzando la mano alla natura e piegandola ai nostri desideri, ma non sempre sembra funzionare, se non con un lavoro costante e faticoso.

Mi rendo conto che ogni volta che sto in giardino dedico tutto il mio tempo ai vari lavori, e quasi non me ne resta per la sua contemplazione... che poi era la motivazione principale dell'averlo. Vado via che sembra in ordine senza quasi averne goduto la bellezza, e quando ritorno si ricomincia, come un disco rotto che rimane sempre sullo stesso solco.

Ora, quando vado, lavoro meno. Passeggio, osservo, pulisco qualcosa, raccolgo qualche fiore o frutto e mi sento in armonia. Pure un po' in colpa, lo ammetto, ma il giardino imperfetto mi ripaga anche così.

Le foto sono tutte riferite al mese di aprile tranne quella in apertura di marzo, scattate durante le mie passeggiate in osservazione.







Post più popolari