Guest post: Neve nella Tenuta Geremia! - by tyziana

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Ricorderete certamente la Tenuta Geremia di Daniela di cui vi ho parlato in questo post.  Ebbene oggi l’abbiamo come ospite speciale sul Furighedda Gardening per un avvenimento eccezionale: una nevicata abbondante nell’ultimo week end che ha reso il suo giardino come una grande torta di panna montata! 
Cedo dunque la parola a Daniela  e spero che apprezzerete il suo bellissimo contributo e con me la incoraggiate  per una  futura collaborazione qui  sul blog! Winking smile
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Salve!  Mi chiamo Daniela e con grande emozione mi trovo per la prima volta a collaborare ad un blog.
Mi conoscete già attraverso le parole di Titty.  Abito nella Tenuta Geremia da circa dieci anni, ma mai mi era capitato di assistere ad un inverno così atipico.
Ha aspettato l'approssimarsi dei proverbiali GIORNI DELLA MERLA, ovvero gli ultimi tre giorni di Gennaio, per arrivare, quest'anno, l'inverno e sembra affrettarsi per recuperare il tempo perduto a farci assaporare prematuramente la bella stagione.
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Neve, neve, una valanga di neve scende velocissima dal cielo, come non si vedeva da anni; neve abbondante e soffice, quasi cotonosa, che ricopre ogni cosa ed ovatta anche il minimo suono...
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dalle finestre aperte non giunge nemmeno lo sciabordio dello scorrere del fiume che dolcemente accompagna le nostre giornate quasi a segnare lo scandire del tempo...sì, anche il tempo sembra essersi fermato sotto questa bianca coltre.
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Cominciò la sera del sabato ad imbiancare tutto, tessendo merletti tra i decori dei cancelli e frange di macramè tra gli intrecci dei rami, ricami che sembravano nascere dalle abili mani di una ricamatrice di altri tempi, ma bastava volgere lo sguardo al cielo per vedere il buio farsi sempre più denso di bianche farfalle che, svolazzando quasi all'unisono, si posavano un po' dappertutto, a fare la trama dei ricami sempre più decisa e fitta.
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Poi, la domenica mattina, al risveglio, ci ritrovammo ad aprire gli occhi su di un paesaggio nordico, sotto un cielo incupito dalle nubi ancora dense di neve : subito mi sembrò di trovarmi dentro una delle fiabe dei fratelli Grimm, spesso incorniciate dai rigori degli inverni delle parti più settentrionali del vecchio continente….
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Perciò, nonostante la fitta nevicata, mi avventurai per raggiungere quegli angoli che, qui, più mi sono cari, muovendo passi pesanti ed incerti che, ahimè, rovinavano questa incantevole trapunta: mi stavo dirigendo dove sono le statue.
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Già da lontano potevo scorgere i copricapi che la neve aveva foggiato loro, vezzosi cappellini piumati, come voleva la moda della "Belle époque" o importanti e rigorosi colbacchi,  e così più mi avvicinavo, più le vedevo animarsi, quasi che la neve avesse dato loro vita.
Giunta in prossimità delle statue delle stagioni, queste mi apparvero quasi infreddolite, e, a ben guardarle, sembrava volessero coprirsi per avvertire meno il gelo incalzante: l'una, con la mano vicino la bottoniera, sembrava volersi appuntare meglio il robe-manteau,
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l'altra sembrava tentare di avvolgersi meglio nello scialle, l'altra, ancora, sembrava rimboccarsi il drappo della veste sulle spalle
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....ed io, infreddolita non meno di loro, le contemplavo affascinata mentre la neve, che non cessava di cadere, mi appesantiva gli abiti e la cloche.
E poi neve, per tutto il giorno e parte della notte.
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Tutti i nostri alberi sono stati messi a dura prova, ...Chissà il vecchio gelso, che tutti dicono essere l'ultimo rimasto della vallata, quante nevicate ha vissuto...se solo potesse raccontarcele!
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Questa mattina ci ha svegliati una luce molto intensa ed ecco apparirci uno spettacolo davvero magnifico: un paesaggio di cristallo che brillava sotto i raggi di un timido e tiepido sole, un sole che cercava un varco tra le nubi come se volesse ad ogni costo arrivare da noi per disegnarci i contorni delle forme che il gelo della notte aveva cristallizzato.
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Il fiume sembrava una lastra di vetro...come resistere ?
M'incamminai, quindi, seguendo le orme lievi lasciate da un gruppo di conigli, più mattinieri di me, e mi ritrovai ad assaporare un'aria talmente frizzante, di un fresco partcolare, che odorava di dolce, di zucchero filato, ...di gelo....
Sì, perchè fermandosi ad annusarlo, nella quiete, il gelo, se particolarmente intenso, si rivela a i nostri sensi anche attraverso l'olfatto e ci inzuppa  gli abiti tanto che , una volta rincasati, chi è rimasto a casa ad aspettarci ci chiede: "Faceva molto freddo, vero ?".
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Il fiume, nella parte in cui l'acqua è più ferma, era rivestito da una lastra di ghiaccio talmente spessa che ci si sarebbe potuto pattinare sopra, ma la corrente faceva sì che l'acqua guadagnasse sempre più spazio, tra una lastra e l'altra.
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E' inconsueto, alle nostre latitudini, godere di simili scenari....A volte la Natura, con le sue forze incontenibili, con la sua potenza incommensurabile, quasi ci spaventa, ma talvolta ci ripaga con spettacoli che c'incantano, come quando fioriscono gli alberi a Primavera, quando scorgiamo un nido così puntigliosamente intessuto da un piccolo becco che con tanta cura e maestria lo ha preparato, solamente guidato dall'istinto, per la prole che sta per arrivare e così come in questo caso, quando, dopo essersi scatenata, si lascia contemplare: sono momenti densi di carica vitale, sono attimi di gioia per il cuore e per l'anima che mi fanno sentire in perfetta comunione con essa, anzi, parte di essa, sono istanti di vera serenità interiore.
Daniela

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