Lanzarote: Fundacion César Manrique – by Josie

César Manrique è stato un architetto, pittore e scultore di Lanzarote. Nella sua casa si trova oggi la sede della fondazione a lui dedicata. Potevo non visitarla?
Eccoci allora, il cancello è aperto!
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Prima di entrare nella casa di un bianco abbagliante, si attraversa una parte del giardino composto soprattutto da agave e vari tipi di cactus (di cui non conosco il nome) che sembrano esplodere dai neri sassolini vulcanici.

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Questa composizione mi ha ricordato un po’ il Foliage della Nancy Ondra, vero Ty?
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Il giardino, come la casa, ha una parte ipogea, a riparo dei forti venti che spazzano l’isola. I muri sono ricavati dalla lava a cui si abbarbicano le radici delle piante
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Nella parte protetta c’erano una pianta dalle foglie cicciose e grovigli di esili cactus
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L’aria era piena del profumo intenso di un gelsomino, che doveva essere lì da molti anni a giudicare dall’intreccio contorto dei suoi fusti
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Strelitzie in piena terra (ne ho viste parecchie anche nelle aiuole spartitraffico –.- )e un altro rampicante dal fiore arancionissimo (Streptosolen jamesonii)
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La parte ipogea era intervallata da stretti corridoi di comunicazione fra ambienti a cielo aperto con delle sedute circolari. Le sculture di Manrique trasmettono un senso di energia, in contrasto con la leggerezza delle sagome impagliate di uccelli che ondeggiavano al vento.
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Nella casa erano esposte alcune delle opere di Manrique, quadri coi colori della terra e della lava
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Usciti dalla casa, si arriva a un’altra parte di giardino protetta da un lungo muro bianco ravvivato da un murales a mosaico di Manrique contro cui risaltano statuari gli enormi cactus, alcuni sembrano veri e propri alberi da tanto sono alti!
Nella parte centrale di quest’area vi è uno specchio d’acqua circondato da pelargoni con foglie profumate e altre piante dal portamento a cuscino.
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Non fanno una bella coppia? Cosa danno da mangiare a questi cactus, i turisti?
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Mi pareva infatti che questo sedum volesse mordermi…
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Vi lascio con una chicca che ho trovato appesa nella casa di Manrique, una poesia dedicatagli da Rafael Alberti, un poeta andaluso di origini italiane (suo nonno era toscano).
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