Miramare di Trieste (ovvero una nuova e gradita collaborazione) - by Dodi


Premessa - by Delia

Tutto il gruppo che forma il nostro blog proviene da un forum di giardinaggio che ci ha permesso di conoscerci, pur essendo piuttosto distanti e sparsi per tutta l'Italia. Altri, dello stesso forum, ci leggono più o meno costantemente, e a loro volta hanno un loro blog (come Sara e Pontos, per esempio). Altri, come la mia amica Dodi, ci apprezzano in sordina e condividono i nostri stessi interessi.
Qualche giorno fa, proprio Dodi esprimeva il desiderio di voler parlare della sua città, ispirata dai nostri piccoli reportage cittadini. Trieste è il luogo in cui vive, ha in comune con Cagliari il mare, e lascio a lei la parola per raccontarci tutto.

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Non so se si comincia presentandosi, comunque sono Dodi. Potrei definirmi ‘una giardiniera senza giardino’. E che cosa fa una che si sente giardiniera nell’anima ma non ha modo di farlo in concreto? Sì, vabbè può buttarsi sulla cura delle piante da appartamento (ma non trovate che stanno a un giardino come la gabbia dello zoo sta alla savana?). Può lustrarsi gli occhi guardando i giardini altrui (ma c’è il pericolo che crepi d’invidia). Può cercare di vivere il più possibile nei giardini e nei parchi aperti al pubblico. E’ quello che ho fatto ed è di uno di questi che vorrei parlare: Miramare.

Miramare – Un bianco sogno tra verde e blu

1. Foto da Barcola
Eccolo qui, sempre presente davanti alla città: il castello e il suo parco. Il sogno voluto da due personaggi vissuti a metà Ottocento e morti prima di vederlo pienamente realizzato. Una storia tragica che sembra un drammone da teatro, ma è assolutamente vera.
Protagonisti: lui è Massimiliano d’Asburgo, fratello più giovane di Francesco Giuseppe, imperatore d’Austria-Ungheria (il marito di Sissi, per capirci). Biondo, occhio ceruleo, sul bello non mi pronuncio( il ritratto è qui: http://it.wikipedia.org/wiki/Massimiliano_I_del_Messico) , certamente affascinante e intelligente, gran viaggiatore e innamorato del mare (era un alto ufficiale della Marina Austriaca).
Lei è la dolce e graziosa principessa Carlotta del Belgio (vedi qui il ritratto http://it.wikipedia.org/wiki/Carlotta_del_Belgio ).
I due giovani si innamorano e si sposano, ma non vanno a vivere nella capitale, a Vienna, dove c’è la corte e tutti quelli che contano. Massimiliano vuole stare sul mare che tanto ama e ha scelto di costruire la sua casa (o meglio il suo castello) su un piccolo promontorio alla sommità dell’Adriatico, vicino a Trieste (che allora faceva parte dell’Austria). Non era che uno stretto sperone di roccia circondato da tre lati dall’acqua, ma qui si sentiva come sulla tolda della sua nave. A Miramare stanno tre anni, in cui Massimiliano fa terminare il castello.

Foto ravvicinata del castello
e ce la mette tutta per trasformare un terreno impervio e quasi privo di vegetazione in un parco lussureggiante (nella prima foto si vede bene la differenza tra la vegetazione del parco e quella circostante). Fa arrivare vagonate di terra buona e fa piantare un sacco di alberi e arbusti, tra i quali molte essenze esotiche che ha portato dai suoi viaggi. Ma non godrà i frutti del suo lavoro.
Gli offrono di diventare imperatore del Messico, una proposta allettante per uno che soffre di essere solo ‘il fratello dell’imperatore’. Così Massimiliano e Carlotta lasciano Miramare e salpano per il Messico.

Porticciolo del castello da cui si imbarcarono per il Messico
ma lì scoprono che non è il regno ‘chiavi in mano’ che gli avevano promesso. Sono finiti nel mezzo di un intrigo politico internazionale (gli Stati Uniti erano fortemente ostili) e di una sanguinosa guerra civile. Per avere quel regno bisognava combattere contro una buona parte della popolazione. Carlotta torna in Europa e corre da una corte all'altra a cercare aiuto per il marito, finché non crolla psichicamente. Massimiliano resta a far la guerra, ma è catturato e fucilato. Un evento che fece grande impressione e che fu raffigurato da Manet (vedi qui http://it.wikipedia.org/wiki/Massimiliano_I_del_Messico).
Finisce in tragedia la storia dei due principi, ma continua quella del castello e del parco che ne tramandano la memoria.
Ma adesso entriamo e cominciamo a guardarci attorno. Prima dell’ingresso monumentale c’è una bella spiaggetta movimentata da scogli e faraglioni.

Spiaggia
L’accesso è vietato agli umani e agli animali domestici: questo è il regno dei pennuti selvatici. Difatti germani reali, tuffetti e cormorani sono di casa (i gabbiani non contano perchè sono troppo comuni).

Germani e cormorano
Qualche volta ho contato anche una ventina di cormorani appollaiati sullo scoglio, che prendevano il sole con le ali allargate, ma stavolta non sono stata fortunata.
Tutta l’area circostante il comprensorio è riserva naturalistica marina: la prima istituita in Italia. In estate dalle terrazze del castello si vedono bene i pesci che popolano gli scogli sottostanti, ma in questa stagione se ne stanno in riposo sul fondo.
Altrepassato l’ingresso monumentale, un lungo viale ombeggiato da lecci porta al castello e al piazzale antistante. Gli interni sono visitabili (a pagamento), ma non si possono fotografare, per cui ci facciamo un giro sulle terrazze che si protendono sul mare: la sensazione è di stare sulla prua di una nave che solca le onde.

Il mare dalle terrazze
un effetto desiderato da Massimiliano, che addirittura aveva voluto che il suo studio a Miramare riproducesse fedelmente il quadrato di poppa della “Novara”, la nave che comandava come contrammiraglio della flotta austriaca (la potete vedere qui: http://www.castello-miramare.it/ita/virtual_tour/pianoterra.php).
Un’altra particolarità del castello è che i vetri delle finestre sono leggermente colorati - in azzurro, rosa e giallo – così che chi dall’interno guarda fuori vede colori molto più intensi.

Finestre
Una rientranza tra le pareti del castello ospita un angolino riparato dove è piacevole sostare e anche nelle giornate più fredde il sole scalda per bene. Lo adorna una statua di una giovane madre che si china verso il suo bimbo, circondata da un’aiuola di perenni a foglia grigia (santolina chamaecyparissus) alle quali nella bella stagione vengono accostate annuali fiorite.

Statua mamma e bimbo
Sempre girando attorno al castello si arriva ad una piccola loggia da cui lo sguardo si apre sul parco e sul porticciolo

Loggetta
Arriviamo così di nuovo allo spiazzo d’ingresso, adorno solitamente di aiuole fiorite e di un laghetto con getti d’acqua, che adesso invece è prosciugato per evitare eventuali danni del gelo.

Piazzale
Da qui possiamo partire alla scoperta del parco, ma mi rendo conto che mi sono dilungata troppo, per cui - se vi interessa - ve lo faccio vedere un’altra volta.



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