Salvia nemorosa “Caradonna”: uno dei miei “mai-più-senza”–by Josie

salvia nemorosa caradonna
Anni fa la parola “salvia” faceva balenare nella mia testolina solo la classica salvia officinale, quella che usiamo in cucina, per intenderci.
Poi un giorno, mentre sfogliavo “Gardenia” nel mio pensatoio (ed è meglio non approfondire in cosa consista codesto ameno loco…), la mia attenzione venne catturata da un servizio fotografico stu-pen-do sul Gravel Garden di Clive Nichols.. un’esplosione cromatica di spighe viola che saltavano fuori dalle pagine, letteralmente… messa su l’espressione “ma-che-cos’è-questa-robina-qua?” scoprii la Salvia Nemorosa. Quelle dell’articolo erano, credo, le Wesuwe.. (ecco qui una foto trovata sul web, per chi volesse sbirciare.. )
Siccome a me non riuscì di trovarle, ho ripiegato sulla Salvia Nemorosa “Caradonna”, che è in fiore già dagli inizi di maggio e continuerà per un bel pezzo!

Le sue spighe viola intenso, da allora, non mi hanno più lasciato. Prendo le salvie in inverno, sotto forma di radice nuda e le metto a dimora nel periodo delle bulbose a fioritura primaverile. La fioritura arriva puntuale sin dal primo anno!
Ho anche provato diverse volte a ottenerle da talea, prendendo l’apice dello stelo prima che inizi a formarsi la spighetta di fiori (e qui vinco il premio “Spiegazione scientifica del giorno”!) e mettendole in vasetto con miscela di sabbia e terriccio; a volte, poche (-.-), hanno attecchito, altre no.. insomma, a me non è riuscita “facile” come per la nepeta!
Però la Caradonna si fa perdonare, anche solo i suoi steli viola scuro sono d’effetto con la luce del mattino..
salvia caradonna
In una nuova bordura, ho messo un gruppetto formato da tre salvie che attira lo sguardo su di sè.. devo completare assolutamente mettendole accanto (o dietro…ahem… insomma…trovando un buchetto libero!) la Stipa tenuissima!
uh! e qualcosa di argentato, come ci starebbe? e poi anche…. (voi capite, come fa uno a uscire dal tunnel?)

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