Orticolario 2015 - 2° parte - “I Giardini creativi” - by tyziana

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Nella seconda puntata su Orticolario 2015 vorrei parlarvi della sezione “I Giardini creativi”, ovvero l’incontro dell’architettura con il verde e la natura.

Nato da un’idea del suo Presidente Moritz Mantero, il Concorso è al suo terzo anno e fonte di ispirazione sia per il pubblico di Orticolario che per gli addetti ai lavori.


Quest’anno otto Studi di progettazione si sono  sfidati nella competizione, svoltasi all’interno dei giardini di Villa Erba a Cernobbio, per vincere l’ambito premio “La foglia d’oro del Lago di Como”.

Per questioni di tempo e di luce, non ho potuto visitare proprio tutti i progetti in concorso e vorrei mostrarveli in una sequenza a caso, accompagnate dalle didascalie  esplicative per ogni progetto.
Oltre al tema delle hydrangee, quest’anno era il tatto, il senso filo conduttore della manifestazione.

Per gli amanti delle hydrangee colorate un bel colpo d’occhio sicuramente lo ha dato il Progetto n. 3, “Acqua stràca” di  Francesco Crippa, Mariano Comense e Sara Rubatto di Torino, che con la sua cascata di ortensie blu attirava un pubblico curioso e incantato!

”Un fiume incanalato e deviato dà libero sfogo alla propria forza. Acqua, uomo e distruzione vengono rappresentati attraverso la vegetazione. Il collegamento tra fiume e città è affidato all’utilizzo di bidoni per il gasolio, che diventano grandi canali di scarico. L’effetto acqua è rafforzato grazie all’inserimento di vaporizzatori, che creano un leggero effetto nebbia”Foto 3a
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Il Progetto n. 5  “The Green ‘O” di Andrew Musto e Antonio Severino mi piace vederlo in chiave vintage, perché i colori pastello scelti per le hydrangee ed il padiglione ben mimetizzato nel contesto, hanno un sapore retrò.

“Allestimento con ispirazione esoterica. La magia del tre si intreccia nell’antico simbolo celtico ‘Triskell’ e si snoda tra gli spazi del giardino. Il centro è una cupola vegetale, una sorta di grotta arricchita da zampilli e giochi d’acqua. tre viali conducono da e per luoghi diversi. Un alternarsi di materiali sfusi e consolidati lastricano i selciati tra nuvole di ortensie”
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“Quattro passi ad occhi chiusi” è il Progetto n. 1, di Nicoletta Toffano, Antonella Foti e Lucia Torielli per I Giardini del benessere gruppo TFT
Un Giardino ispirato ai non vedenti e la cui istallazione, articolata e particolareggiata, sensibilizzava il senso del tatto, invitando il pubblico a calpestare sentieri fatti di diverse composizioni, sfiorando aromatiche e officinali dalle profumatissime foglie, diversi materiali naturali che componevano il progetto, lisci, opachi, ruvidi in un insieme armonico e bello da vedersi!

“Come scoprire i cromatismi della natura? E’ la sfida dei progettisti di questo giardino, dedicato ai non vedenti, da vivere con tutti i sensi. Si tratta di quattro ambienti da percorrere abbassando le palpebre , scoprendo la pelle e prestando attenzione alle superfici su cui si poggiano i piedi, alle caratteristiche e ai profumi delle foglie che possono e devono essere toccate, ai loro fruscii e alle carezze delicate sul corpo. Sculture con particolari connotati tattili completano il giardino”

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La splendida Villa Erba  fa da sfondo al Progetto n. 4 “Tavola verde tattile. Omaggio a Bruno Munari” di Barbara Ponti, sul parterre del giardino verdissimo, un percorso tattile attraverso diversi materiali, portano ad un tripudio di hydrangee paniculata e quercifoglia

“L’autrice si ispira all’insegnamento di Bruno Munari: progettare tenendo presenti tutti i ricettori sensoriali. Un monito agli adulti, affiché non perdano quel linguaggio tattile che è la prima forma di comunicazione del bambino. “Tavola verde tattile! nel giardino è un percorso, su diversi materiali, dove la camminata è ruvida, fragile. per concludersi sul morbido”
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Tutto al femminile lo stand del Progetto n. 2 “Il naufragar m’è dolce in questo mare” di Paola Calandri e Carlotta Fenini di Oh my…garden!  con la collaborazione della mia cara amica, la bella e brava designer e ceramista Monica Bispo, un connubio vincente che ha portato infatti al Premio “Giardino d’artista”  con la menzione "Spazio in cui convive l'equilibrio fra arte e natura, dove diversi linguaggi trovano efficace sintesi"

”Portare con sè un libro con le poesie di Giacomo Leopardi. Non si può entrare in questo giardino senza pensare all’infinito. Lo spazio in cui naufragare è un mare di Hydrangea intorno ad un’isola protetta da sei Taxodium distichum, un sentiero sinuoso appena accennato, una seduta di ceramica lucida, trasparente: il progetto vuole soddisfare per una volta la forte pulsione di toccare oggetti, di percorrere luoghi generalmente proibiti e di estraniare dalla realtà.”

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Mi rammarico di non aver potuto ammirare la bellezza del progetto n. 8 “Dal Morus alla seta” di Giulia Pignocchi e Julien Truglas di MA Atelier ( Lille in Francia ), per mancanza di tempo.
Non ho quindi foto scattate alla loro esposizione, ma posso mostrarvi un esempio “rubando” uno scatto del grande Dario Fusaro

”La texture del giardino comprende sipari di seta mossi dal vento del Lario. Lo spettatore viene invitato a perdersi nella fluidità dei tessuti, immersi nell’armonia vegetale, per toccarli e attraversarli. Graminacee e boschetti di gelsi ( dal latino Morus, il nutrimento dei bachi da seta ) completano l’installazione invitando a sedute meditative, su tronchi di legno grezzo.”

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Ho lasciato per ultimo il Progetto n. 6,  “Concluso con tatto” progettato e realizzato da Roberto Benatti de I Giardini Benatti e Luca Bonoldi dei F.lli Bonoldi, il mio preferito, nonché vincitore dell’ambito premio “La Foglia d’oro del Lago di Como”.
Mi sono trattenuta per ore ad ammirarlo e fotografarlo e a parlare con Luca Bonoldi, il quale mi ha raccontato con trasporto e passione dello studio e della lunga lavorazione al progetto, del trattamento fatto al metallo usato per l’esposizione, per renderlo simile al  più famoso  ‘Corten’, ( un acciaio brevettato che ha la peculiarità di auto proteggersi dalla corrosione con una patina protettiva), o delle luci da loro realizzate perché in commercio non ne hanno trovate di adatte.

L’esposizione, come potete vedere nelle foto, rappresenta una imbarcazione, che simboleggia quella usata da Renzo e Lucia per attraversare il Lago di Como, nel romanzo I Promessi Sposi, avvolta da bordure che si impossessano dell’imbarcazione, forse per mimetizzare la loro fuga d’amore.

La scelta delle piante, estremamente sofisticata, è composta da graminacee e perenni dall’effetto etereo: pennisetum, echinacee, aster, sedum, bossi e hydrangee ( fra cui potete distinguere la splendida Hydrangea arborescens ‘Invincibelle’ ) ed un gioco di luci e di acqua a completare l’opera.

”Un imbarcadero dentro una barca sta ad evocare ‘I Promessi Sposi’ di Alessandro Manzoni. Sotto le centine della pergola fuggono Renzo e Lucia. Il Genius loci porta con sé anche la delicatezza e la forza con cui le piante si impossessano della struttura, metallo eroso dal tempo, che rinasce nella poesia. Lungo il vialetto le luci  segnapassi sono inserite al piede di una serie di ‘bitte’ con la sommità colorata; il diverso assorbimento di energia di colori differenti viene percepito in forma tattile come calore.”

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Dell’esposizione in notturna non ho ahimé foto, ma prendo in prestito uno splendido e suggestivo scatto del fotografo Luciano Movio

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Ho girato anche un piccolo video dove potrete “viverlo” così come l’ho vissuto io in diretta!






Ma Orticolario è questo ed altro ancora! Non perdetevi la prossima puntata con gli espositori ed i vivaisti!
Vi aspetto! Occhiolino

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