Ai bordi del bosco – by Josie

(ovvero Josie scopre che, tante volte, bisognerebbe rivalutare il detto “Dolce far niente..”)
L’autunno scorso abbiamo ripulito dai rovi un altro terrazzo del bosco, lasciando qualche arbusto e gli alberi più grandi. Questo terrazzo è uno dei pochi punti del bosco con una vista sul paesaggio.
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La visione invernale era sconfortante per cui mi ero messa sotto a progettare nuove bordure. Coi primi tepori primaverili, la situazione però era già migliorata, il budget bordure era già esaurito, così mi son detta “Per quest’anno ci metto un tavolo con le sedie..poi in autunno si vedrà..”

 
Man mano che avanzava la primavera, le erbe crescevano e scrucugliando col naso all’ingiù mi è sembrato  di scorgere qualcosa tipo margherita…ALT! Fermi tutti! Al Re dei Tosaerba è stato impedito di fare la solita tabula rasa, e sono riuscita ad ottenere che mi lasciasse una macchia di spontanee. Ecco come si presentava a inizio giugnoDSCN3617
Una strana pianta cresceva sul bordo della scarpata..che sarà mai? Non l’avevo mai vista. Che meraviglia, un azzurrissimo Echium vulgare! L’Echium vulgare viene anche chiamato Erba viperina perchè in passato si credeva che potesse curare i morsi di vipera. Anche il nome del genere Echium deriva dal greco ékis, “vipera”.


Ad inizio giugno, nella macchia di spontanee predominavano il lilla delle Campanule e il giallo limone di quella che mi sembrerebbe una Reseda luteola; in passato la Reseda era usata dai tintori per ottenere il colore giallo
 In qualche angolino, faceva capolino anche l’Orlaya grandiflora, con le sue corolle piatte che mi ricordano sempre dei piccoli merletti.  Il momento clou è arrivato a metà giugno con la fioritura delle margherite selvatiche (Leucanthemum vulgare, credo), una bella macchia di capolini bianchi e gialli punteggiata di graminacee ed altri fiori. In passato un estratto ottenuto bollendo il L. vulgare era adoperato per curare i disturbi del torace e del fegato. Il L. vulgare visto da vicino. A destra abbiamo l’Inula salicina; le piante di questo genere in passato venivano utilizzate per agevolare la funzione digestiva, ed erano sfruttate le loro proprietà diuretiche, di calmanti della tosse, per risolvere problemi della pelle come herpes e contro le punture di insetti... un vera farmacia dai petali gialli!

Nella macchia di spontanee, bellissimo un Cirsium che non sono ancora riuscita ad identificare. La parola Cirsium deriva dal greco kirsos = varice, da cui deriva Kirsion per identificare la pianta usata per curare quel genere di malattia. A destra la delicata Centaurium erythraea, detta comunemente Cacciafebbre per le sue proprietà contro la febbre. Altre proprietà di questa pianta sarebbero quella di aiutare la guarigione delle ferite, mentre l’infuso utilizzato nel lavaggio dei capelli, donerebbe dei riflessi dorati; come tonico, in passato si credeva che addirittura rimuovesse le lentiggini!

A sinistra, molto diffuso, Hypericum perforatum, detto comunemente Scacciadiavoli, in quanto nel Medioevo veniva appeso alle finestre per impedire al demonio di penetrare nelle case. Si riteneva utile nella cura della malinconia, delle ferite, eritemi e bruciature. A destra invece, un quesito: chi sarà mai il bel fiorellino rosa acceso che non sono riuscita a identificare?

Ecco come si presentano assieme le spontanee, una vera e propria macedonia! Allegra però..
 Le graminacee sparse per tutta la macchia catturano la luce del mattinoDSCN3881
Ancora un paio di scatti, per chiedervi: che dite, l’anno prossimo si ripete l’esperimento delle spontanee??
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